In caso di ritardo nei pagamenti

Le banche e le società finanziarie, prima di concedere prestiti, verificano il merito creditizio di chi richiede un prestito. Tale valutazione serve a verificare che il richiedente sia in grado di restituire il prestito senza difficoltà e senza rischi di sovra indebitamento che possano nuocere al futuro della famiglia.

La valutazione avviene sulla base di numerose informazioni, le principali riguardano il tipo di occupazione, il reddito, l’età, la composizione del nucleo familiare e i “comportamenti creditizi” del richiedente.

Questi ultimi sono controllati attraverso i Sistemi di Informazioni Creditizie gestite da soggetti privati (SIC) e la Centrale dei Rischi gestita dalla Banca d’Italia ovvero banche dati in cui è registrato se il richiedente ha restituito o non ha restituito i prestiti ricevuti nel passato.

L’obiettivo è quello di controllare se il debitore:

  • è un buon debitore (ha sempre restituito quanto ricevuto da altre banche e intermediari finanziari);
  • non ha rispettato i precedenti obblighi contrattuali (es. ritardi nei pagamenti, rate insolute, ecc.);
  • ha in corso altri prestiti o finanziamenti (e, quindi, potrebbe essere a rischio sovraindebitamento);
  • ha prestato garanzie ad altri individui.

I Sistemi di Informazione Creditizia, quindi, sono importanti perché indicano a tutte le banche la qualità dei comportamenti creditizi e della situazione debitoria. Ciò è importante per evitare il sovraindebitamento ma è altrettanto importante per poter ricevere credito anche da banche e intermediari finanziari che non conoscono il richiedente.

Il periodo in cui le informazioni creditizie di tipo negativo sono conservate in un SIC é:

a) per ritardi nel pagamento di 1-2 rate: 12 mesi dalla comunicazione del pagamento delle rate scadute (se i pagamenti nei 12 mesi sono regolari);
b) per ritardi nel pagamento di 3 o più rate: 24 mesi dalla comunicazione del pagamento delle rate scadute (se i pagamenti nei 24 mesi sono regolari);
c) per finanziamenti non rimborsati: 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del prestito.

I casi più gravi di inadempimento degli impegni contrattuali possono compromettere la possibilità di ottenere un nuovo finanziamento in futuro.

Nel caso in cui un individuo voglia verificare e, eventualmente, modificare i propri dati presenti nei SIC, è possibile esercitare il diritto di accesso richiedendolo all’intermediario o al gestore del sistema di informazione creditizia.

Se si riscontrano informazioni inesatte, si può chiedere di correggerle direttamente all’intermediario finanziario che ha effettuato la segnalazione.

Il mancato pagamento delle rate produce conseguenza negative anche all’interno della banca o degli Intermediari finanziatori.

Per legge, un cliente viene classificato come inadempiente (in default) quando:

non è in grado di pagare le rate del proprio debito

è in ritardo da oltre 90 giorni sul pagamento di una rata maggiore di 100 euro e superiore all’1% del proprio debito.

Essere classificato come inadempiente in una banca genera conseguenze negative sulla possibilità di utilizzare nuovi servizi finanziari e genera anche costi relativi alle spese che la banca sostiene per recuperare il prestito.

Ultimo aggiornamento: giugno 2024