Cosa succede se non si pagano le rate?
Cosa succede se non si pagano le rate?
Tra novembre 2010 e dicembre 2016, il “Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa” del Ministero dell’Economia e delle Finanze ha consentito a 37.312 famiglie in difficoltà economiche di sospendere per 18 mesi il pagamento delle rate del proprio mutuo. Scopriamo insieme alla Feduf (ABI) cosa succede quando non si riescono a pagare le rate di un mutuo o di un prestito.
Le banche e le società finanziarie, prima di concedere prestiti, verificano il merito di credito del cliente.
In quest’ambito controllano anche se abbia rispettato gli obblighi contrattuali (cioè se è puntuale nei pagamenti) con altre banche o finanziarie, facendo ricorso alla consultazione di Sistemi di informazioni creditizie gestite da soggetti privati (SIC), e alla Centrale rischi gestita dalla Banca d’Italia.
E’ necessario ricordare che l’inadempienza di tali obblighi può causare al cliente
alcuni effetti, come, ad esempio, la maturazione di interessi di mora, l’escussione dell’immobile in garanzia in caso di gravi e prolungate inadempienze relative al mutuo ipotecario sottoscritto.
Ciò significa che la banca o la finanziaria a cui si chiede un prestito o una carta di credito, potrà sapere se si hanno in corso altri prestiti o finanziamenti e se le rate di ciascuno di essi sono pagate regolarmente.
In caso di ritardo nel pagamento di una o due rate al massimo, i dati saranno conservati nei SIC per 12 mesi dal momento in cui viene regolarizzato il pagamento.Se invece i ritardi superano le due rate, il tempo di conservazione dei dati si allungherà a 24 mesi.
Se le rate pregresse non sono state pagate, i dati vengono conservati per 36 mesi dalla data di scadenza contrattuale del rapporto o dalla data in cui vi sia stato l’ultimo aggiornamento da parte della banca (in caso di successivi accordi o altri eventi rilevanti in relazione al rimborso).
Bisogna ricordare che:
1) Chi ha subito protesti, potrebbe avere difficoltà ad una piena utilizzabilità del conto corrente.
2) Se si è a conoscenza di protesti levati a omonimi, occorre richiedere agli uffici anagrafici del comune il “certificato di residenza storico anagrafico” e presentarlo. Questo è l‘unico mezzo per dimostrare la propria estraneità all’inadempienza nei pagamenti altrui.
3) Se si vogliono verificare ed eventualmente modificare i propri dati presenti nei SIC, si può esercitare il diritto di accesso richiedendolo all’intermediario o al gestore del sistema di informazione creditizia. Chi trova nella Centrale dei Rischi un’informazione a suo nome che ritiene inesatta, può richiederne la correzione direttamente all’intermediario che l’ha segnalata.