Il divario di genere nell’educazione finanziaria

Nel 2021 la Banca d’Italia e il Consiglio Nazionale del Notariato hanno siglato un accordo per promuovere e diffondere la cultura giuridica ed economica tra le donne.

Si evidenzia da studi dell’OCSE e da studi interni alla Banca d’Italia, che il livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani adulti è insoddisfacente.

Evidenze che mostrano differenze anche nelle competenze finanziarie tra i generi a sfavore delle donne in particolare in Italia.

Proprio per questo motivo le donne rappresentano un target da raggiungere con assoluta priorità, soprattutto donne in condizioni di maggiore fragilità.

Fragilità che si è accentuata con la pandemia e con una profonda crisi economica che ha colpito la perdita occupazionale soprattutto nelle donne.

L’educazione finanziaria si pone come obiettivo quello di essere uno strumento di ripartenza per permettere alle donne di rendersi indipendenti.

Ancora oggi troppe sono le donne che non hanno una propria autonomia economica.

QUAL E’ L’IMMAGINE DELLA DONNA A LIVELLO FINANZIARIO?

L’immagine della donna in ambito finanziario restituita da ricerche internazionali non è confortante: rispetto ad altri Paesi, inclusi molti di quelli Ocse, le donne italiane hanno una bassa conoscenza finanziaria.

Secondo le ricerche degli ultimi anni nel 43% dei casi è ancora l’uomo il più ricco della coppia e più di 7 volte su 10 è lui che prende le decisioni finanziarie della coppia. Esiste ancora purtroppo un Gender Gap Finanziario figlio di quello salariale.

Secondo il Gender Quality Index dell’Istituto europeo per l’eguaglianza di genere, le donne italiane guadagnano il 18% in meno rispetto agli uomini e quindi possiedono meno risorse da gestire (e conseguentemente hanno bisogno di maggiore formazione ed esperienza per gestire il proprio minore reddito annuo per coprire le stesse esigenze di un lavoratore uomo).

Dalle indagini della Consob emerge anche un tema culturale: le donne si ritengono in grado di gestire il budget familiare, ma su questioni come gli investimenti sono più a disagio degli uomini.

Nella quotidianità, infatti, la maggior parte delle donne prende decisioni solo su questioni come le spese generali e di piccola entità o l’amministrazione del budget familiare. Invece, quando si tratta di intervenire sull’acquisto di una casa o su un investimento che impegna le risorse della famiglia per un maggiore periodo di tempo, spesso le donne non sono interpellate o si tirano indietro, in quanto consapevoli di non saperne abbastanza. Più caute, spesso spaventate e convinte di non essere all’altezza.

Eppure ci sono molte ragioni per le quali in realtà è dimostrato che le donne sono anche predisposte nei confronti della finanza!

Le ricerche e le analisi dimostrano che le donne italiane sono veramente in grado di gestire il denaro, vediamo perchè:

– più del 60% riesce a rispettare quasi sempre il tetto di budget che si è prefissata contro poco più del 40% degli uomini.

Si indebitano meno del genere maschile (in questo caso la differenza è di poco più del 10%) ma esprime comunque una sana propensione alla riflessione e alla prudenza.

E’ fondamentale educare le donne al corretto uso del denaro poichè senza le nozioni di base, come evidenziato dalle analisi sopracitate, non si sentirebbero in grado di prendere decisioni importanti e in molti casi necessarie, e la paura di sbagliare le condannerebbe all’immobilità.

Donne e Finanza non è un binomio impossibile, non è necessario diventare esperti, basta imparare alcuni concetti fondamentali per gestire le situazioni ordinarie.

Ma anche ai massimi livelli dirigenziali sempre più donne si dimostrano all’altezza della situazione, come Christine Lagarde, che ha diretto il Fondo mondiale internazionale e dal 2019 è la presidente della BCE Banca entrale Europea, o Drew Gilpin Faust, fino a pochi mesi fa Presidente della Harvard University.

L’educazione finanziaria può modificare, in meglio, la vita quotidiana di tutte le donne e aprire la strada per ridurre il gender gap oggi esistente nel mondo del lavoro e nell’impresa.

LA VIOLENZA ECONOMICA

La violenza economica colpisce circa il 25% delle donne, arrivando persino al 40% in alcune regioni italiane.

E’ un abuso meno conosciuto, troppe volte passa inosservato e stenta ad essere percepito ma, non per questo, è meno grave degli altri. Sono molti gli attributi negativi che aiutano a connotarlo, si tratta di una violenza meschina, nascosta, che può sfociare in una violenza psicologica ed anche fisica.

La violenza economica sulle donne ha come base di partenza la fiducia che la donna pone verso il compagno, il quale la utilizza per essere uno spietato controllore delle spese quotidiane. È esclusivamente l’uomo a decidere la gestione delle risorse finanziarie della famiglia, talvolta minacciando la compagna o raggirandola così da portarla in una situazione di completa sudditanza economica e finanziaria.

La donna si trova ad essere inerme e spodestata nella gestione anche del proprio reddito e completamente incapace di prendere decisioni finanziarie che potrebbero riguardare anche l’intero nucleo familiare, spesa per i figli in primis.

Su questo fronte si è impegnata la Banca d’Italia che ha promosso un progetto di educazione finanziaria pensato per le donne: Le donne contano.

“Le donne contano” si compone di quattro moduli:

  • Pianificazione finanziaria
  • Strumenti di pagamento elettronici
  • Conto corrente
  • Home banking e sicurezza informatica

offrendo una panoramica sul credito al consumo, il mutuo ed informazione e consigli sull’“indebitarsi con prudenza”.

RIDURRE IL DIVARIO DI GENERE NELL’EDUCAZIONE FINANZIARIA

Fondamentale rendere le donne più consapevoli su alcuni aspetti essenziali rendendole edotte delle nozioni base dell’educazione finanziaria come: 

  • conoscere come funziona il regime patrimoniale della famiglia
  • conoscere i diritti successori
  • la possibilità di stipulare patti di convivenza per persone che non sono coniugate
  • sapere come acquistare una casa
  • come intraprendere un’attività di impresa
  • come fare testamento

COME RIDURRE QUESTO DIVARIO?

E’ importante puntare sull’educazione finanziaria da subito: sensibilizzare, informare ed educare i bambini fin dalla scuola dell’infanzia.

In uno studio elaborato dal Dipartimento per l’educazione finanziaria di Bankitalia è emerso infatti che le donne sono risultate indietro soprattutto nelle conoscenze, in particolare nelle fasce più giovani e in quelle sopra i 65 anni, con un gender gap in tutti i livelli di istruzione, ma che si accentua nelle fasce meno istruite. 

Fa eccezione soltanto la competenza finanziaria delle lavoratrici autonome, che risulta non solo più elevata rispetto alle donne dipendenti, pensionate e casalinghe, ma anche rispetto agli autonomi maschi.

AUTONOMIA FINANZIARIA E GESTIONE DEL DENARO – FOTOGRAFIA ATTUALE

Per quanto riguarda la gestione del denaro:

AL CONTO SEPARATO DURANTE LA CONVIVENZA

  • il 36% delle donne ha detto sì
  • il 30% degli uomini ha detto sì

AL CONTO IN COMUNE

  • il 42% degli uomini ha detto sì
  • il 33% delle donne ha detto sì

Mentre più di 1 donna su 4 vorrebbe invece una soluzione ibrida: un conto unico per le spese comuni e conti separati per le spese individuali.

Lo studio evidenzia anche il desiderio di molte donne di incrementare le proprie competenze in materia di educazione finanziaria.

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Ultimo aggiornamento: giugno 2023