Scegliere e controllare gli investimenti

È opportuno ancora una volta ricordare che la banca deve fornire al cliente tutte le informazioni utili, prima di proporre qualsiasi forma di investimento. Essa è anche tenuta a verificare se gli investimenti che il cliente vuole effettuare siano appropriati/adeguati, ossia in linea con il rischio che il soggetto è disposto a correre.

Il T.U.F. (Testo Unico della Finanza) prevede infatti che:

“Gli intermediari autorizzati non possono effettuare o consigliare operazioni o prestare il servizio di gestione se non dopo aver fornito all’investitore informazioni adeguate sulla natura, sui rischi e sulle implicazioni della specifica operazione o del servizio, la cui conoscenza sia necessaria per effettuare consapevoli scelte di investimento o disinvestimento”.

La banca quando sottopone al risparmiatore una tipologia di investimento, deve comunicare in maniera chiara e comprensibile alcune informazioni principali, quali:

  • la tipologia di strumento finanziario (se si tratta di azioni, obbligazioni, titoli di Stato, fondi comuni);
  • il soggetto emittente (es. Stato sovrano, ente pubblico, azienda o la banca stessa);
  • l’eventuale mercato in cui il titolo è quotato;
  • i principali rischi associati allo strumento finanziario;
  • i costi connessi all’investimento.

Prima di investire in fondi comuni di investimento è indispensabile la lettura del KID (Key Information Document), cioè del documento che, in sole due pagine, riassume le caratteristiche chiave del fondo. Il KID si articola in 4 parti:
a) finalità e politica di investimento;
b) profilo di rischio rendimento;
c) costi;
d) performance storiche.

Il KID deve essere consegnato agli investitori in tempo utile prima della sottoscrizione. Le società di gestione devono descrivere in poco spazio tutti gli elementi essenziali dei propri fondi, in un modo che sia facilmente comprensibile agli investitori al dettaglio; in altri termini, le informazioni devono essere presentate in un linguaggio semplice e chiaro, evitando tecnicismi. All’interno del KID si trova un indicatore sintetico di rischio di tipo numerico (Synthetic risk and reward indicator) che si distribuisce su una scala da 1 (rischio e rendimento più basso) a 7 (rischio e rendimento più elevato) e si propone di fornire una indicazione della rischiosità relativa di un fondo comune, calcolata utilizzando i rendimenti settimanali passati del fondo di investimento nel corso degli ultimi dieci anni.

Anche prima di investire in prodotti assicurativi, i cosiddetti PRIIPS (Packaged Retail Investment and Insurance-based Investments Products), è indispensabile la lettura della Scheda sintetica e delle Condizioni di contratto, che devono essere obbligatoriamente consegnate all’investitore prima della sottoscrizione.

Nel caso in cui non abbiamo compreso una o più caratteristiche del prodotto, che ci viene proposto, è bene non firmare nessun contratto, ma richiedere ulteriori delucidazioni. Non dobbiamo infatti aver paura di fare domande: la banca è a nostra disposizione anche per questo!

Una volta effettuato l’investimento, anche se abbiamo fiducia nella nostra banca, è bene informarci con regolarità circa l’andamento dei nostri titoli: un attento monitoraggio permetterà infatti di agire con tempismo (ma non in maniera impulsiva!) in caso di necessità.

Se il nostro investimento prevede il pagamento di interessi periodici (cedole o dividendi), valutiamo inoltre se reinvestirli sui mercati, anziché spenderli o lasciarli sul conto corrente, dove possono subire le conseguenze negative dell’inflazione. Il reinvestimento dei frutti incassati dagli investimenti effettuati in passato è infatti uno dei modi migliori (anche da un punto di vista psicologico) per incrementare l’ammontare dei propri investimenti futuri, senza incidere negativamente sull’attuale tenore di vita.

Ultimo aggiornamento: maggio 2024